In “E farò il Regista”, Paolo Benvenuti ci rende partecipe della sua vita di quartiere da ragazzo che lo vede impegnato nei giochi con i suoi amici ma anche ascoltatore attento delle storie che gli adulti si raccontano nelle calde sere estive, seduti in circolo nella strada illuminata da un lampione. Queste vivaci e realistiche narrazioni istilleranno in lui la passione per il cinema come “racconto di vita” e lo porteranno a fare il regista anche grazie alla conoscenza dei fratelli Taviani amici del padre.
Un giorno che Pilo è di sentinella all’ingresso di via Toti, con tanto di elmetto americano in testa e carabina a piombini in spalla, vede arrivare un bimbetto in bicicletta: una faccia nuova. Una spia? “Altolà! Dove credi d’andà? Chi sei, una spia di Gagno?”
…fanno merenda dalla mamma di turno. Un giorno la prepara la mamma di Pilo, un altro giorno quella di Gigi, un altro la mamma di Giorgio, o di Cloe: pane, latte e zucchero! E per i bambini non ci può essere niente di più buono.